Shadow of NORGE
La spedizione del 1926

La spedizione del 1926

La spedizione del 1926

La spedizione del NORGE fu decisa nell’arco di pochi mesi; nell’estate 1925 l’esploratore Roald Amundsen aveva richiesto un incontro con l’ingegnere dirigibilista italiano Umberto Nobile, incontro tenutosi a casa di Amundsen, a Uranienborg, nel mese di luglio.

Il primo incontro

Amundsen era da poco rientrato da un tentativo di raggiungere il Polo Nord per via aerea con l’uso di due idrovolanti Dornier Wal, e Nobile sapeva già, prima di partire, che era stato invitato per parlare di utilizzare un dirigibile in un nuovo tentativo di impresa. Ispiratore dell’incontro era stato il braccio destro di Amundsen, Hjalmar Riiser Larsen, esploratore e aviatore, che sarebbe stato uno dei grandi iniziatori delle linee aeree commerciali scandinave e in particolare un fautore delle rotte transartiche.

Amundsen e Riiser-Larsen proposero a Nobile di utilizzare un dirigibile già disponibile – su cui avevano entrambi volato in occasione di una visita a Roma – l’N-1, per arrivare al Polo Nord dalle Svalbard e per proseguire attraverso la calotta artica fino in Alaska. Amundsen, da esploratore, voleva verificare la configurazione geografica di una vasta area di Artide che ancora all’epoca era sconosciuta. Nobile acconsentì a quel piano e si adoperò perché l’N-1 fosse acquisito dall’Aeroclub di Norvegia acquistandolo dal governo italiano con un fondamentale contributo economico di Lincoln Ellsworth.

La preparazione del dirigibile e degli scali

L’N-1 fu sottoposto ad importanti modifiche per renderlo più leggero (consentendo l’imbarco di più carburante a parità di forza ascensionale disponibile) e robusto per affrontare atterraggi ed ormeggi in postazioni più precarie dei normali aeroporti, nonché lunghi viaggi in condizioni meteorologiche avverse.

Il Norge dopo la riconfigurazione (Fonte: Centro Documentazione Umberto Nobile, Museo Storico Aeronautica Militare, Vigna di Valle)

Per consentire lo scalo in vari luoghi intermedi sulla rotta del Polo, dove non esistevano basi per dirigibili, venne costruita una serie di “piloni di ormeggio” modulari che furono disposti nei punti previsti di sosta dove non fossero disponibili hangar e altre strutture di protezione normali. I piloni avevano la caratteristica di avere un aggancio sommitale girevole, che avrebbe consentito al NORGE di restare agganciato al suolo ruotando sempre con la prua nella direzione del vento, come una gigantesca banderuola. I piloni erano attrezzati anche per consentire il rifornimento di idrogeno e di benzina per il dirigibile nonché, sia pure scomodamente, di far salire e scendere gli uomini dell’equipaggio. La soluzione di “agganciare il dirigibile per il naso a trenta metri da terra”, come efficacemente descritta dal braccio destro di Nobile, l’ingegner Felice Trojani, era precaria e scomoda, ma si rivelò straordinariamente efficace e affidabile.   

Il Norge ormeggiato al pilone
Pronti per la partenza

Nel marzo 1926 il dirigibile, modificato ed equipaggiato di tutto punto, passò ufficialmente all’aeroclub di Norvegia e fu ribattezzato NORGE, battendo bandiera del Regno di Norvegia che dal 1925 aveva visto riconosciuta la sua secolare aspirazione alla sovranità sulle Isole Svalbard, campo base artico avanzato per l’impresa polare e che aveva già dal 1911 in Roald Amundsen un grande e amatissimo eroe nazionale.  

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